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La favola che Parigi racconta e sempre racconterà
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PENSIERI SPARSI

La favola che Parigi racconta e sempre racconterà

Parigi

Parigi è magica, elegante, raffinata, con un leggero tocco di cosmopolitismo metropolitano.
Per le sue strade si può respirare libertà vera, una donna che rientra da sola dopo il calar del sole può farlo in tutta sicurezza, senza sentirsi minacciata dagli schiamazzi di nessuno. A farle compagnia i tavolini mai vuoti fuori dai bistro, le voci e i sussurrii di chi chiacchiera spensierato fino a notte fonda, tra un bicchiere di vino e una ciotola di olive.
Parigi è bella a tutte le ore, ma divina al tramonto, dall’alto, se si possono scorgere le terrazze che disegnano linee perfette tra le nuvole rosa. C’è chi si allunga sulle rive della Senna, chi le stesse le percorre in bicicletta, chi si perde nei musei, chi sale a piedi fino a Montmartre per godere di panorami mozzafiato e per camminare nei vicoli che Van Gogh, Dalì, Picasso hanno calpestato con i loro passi. La verità è che proprio tutti amano Parigi. Ci si innamora. Sempre.

Per poter dire di conoscere Parigi non basterebbe una vita intera; eppure, sembra di conoscerla già da una vita mentre si ammira la Tour Eiffel da Trocadero, mentre si osserva l’imponenza di Notre Dame o mentre si passeggia tra le viuzze strette di Montmartre con i suoi edifici pastello o mentre si scatta la foto di rito davanti al Moulin Rouge.

Parigi è bella, è di tutti, è universale.

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