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Epifania in Europa: come si festeggia e significato
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CULTURA & LIFESTYLE

Epifania in Europa: come si festeggia e significato

epifania in Europa

Cosa simboleggia la befana e come si festeggia l’epifania in Europa? Una cosa è certa: in Italia la befana è donna, in un universo che brulica di figure maschili sin dalla notte dei tempi.

Origini dell’Epifania e leggende

Ritroviamo la figura della befana solamente nella nostra cultura, non in quella di altri Paesi europei, e alcune delle leggende sono riconducibili alla tradizione cristiana, altre a quella pagana.

Il significato religioso dell’Epifania

Le origini del termine epifania derivano dal greco ἐπιϕάνεια, che vuol dire apparizione. Nei racconti di matrice cristiana, la befana non fu che una donna molto anziana apparsa ai Re Magi lungo il loro cammino verso Betlemme. I tre bussarono alla sua porta per chiederle informazioni sulla mangiatoia dove Gesù era appena nato, sperando che potesse accompagnarli a destinazione. Lei si rifiutò, ma si pentì subito dopo: da allora, cominciò a bussare ad ogni porta offrendo a tutti i bambini che incontrava quei doni che avrebbe dovuto portare a Gesù, sperando così di poter porre rimedio al suo errore.

Il significato pagano della festività

Nel corso dei secoli, la ricorrenza ha assunto il nome di Befana (termine evidentemente storpiato da epifania in beffania). Forse la figura coincideva con quella di Madre Natura, che esattamente 12 giorni dopo il Natale, lasciava fuori ogni casa dei semi che ciascuno avrebbe dovuto piantare, in modo da contribuire alla rinascita della natura stessa. La donna, ormai vecchia e stremata dalle fatiche dell’anno appena giunto a termine, era così pronta per essere arsa in una sorta di rito propiziatorio che simboleggia, appunto, la rinascita nel nuovo anno.

La befana nei racconti di mia nonna

In Italia, l’epifania era una festività particolarmente sentita negli ambienti rurali, anche nell’immediato dopoguerra, quando mia nonna era solo una bambina. Mi racconta sempre che erano proprio i nonni a rendere la ricorrenza speciale, donando la calza ai piccoli di casa. La sua, addirittura, lavorava a maglia ben 35 calze in cotone (ognuna per ogni nipote), e le riempiva con alcuni prodotti preparati già durante l’estate (come pere e fichi secchi), mandorle, noci. E poi, nel fondo nascondeva 10 lire ciascuno. Dopo la gradita sorpresa ricevuta al mattino, la giornata continuava con un pranzo a base di gnocchi fatti in casa, al sugo di spuntatura di maiale.

L’epifania in Europa oggi

In Italia, la mattina del 6 gennaio i bimbi trovano calze piene di caramelle e dolciumi se sono stati buoni, carbone se sono stati meno buoni. La figura della befana, però, non appartiene all’immaginario di tutti i Paesi europei.
In Spagna il 6 gennaio è persino più sentito dello stesso Natale: si celebra però la “Festa dei Re Magi”, dove i bimbi ricevono i propri doni e mangiano uno dei dolci natalizi più famosi d’Europa, il Roscon del Reyes. Il principio del dolce spagnolo viene ripreso in Portogallo, Francia e Belgio: in una torta (che nei Paesi francofoni si chiama Galette des rois) viene nascosto un oggetto, e chi lo trova diventa re per un giorno. Anche in alcune zone della Germania si festeggia l’arrivo dei Re Magi, i bambini cantano davanti le porte delle case e vengono ricompensati con dolci e caramelle.

Una riflessione sulla figura della befana

Con orgoglio possiamo affermare che la befana sia un’invenzione tutta italiana. Le interessanti leggende che le ruotano attorno hanno il merito di farci riflettere su un simbolo tanto immaginario quanto amato e determinante. Fu forse proprio lei la prima donna a girare il mondo? Certo, lo fece bussando ad ogni porta (e cavalcando una scopa) per rimediare ad un “errore”, ma scelse da sola, in modo libero e senza costrizioni. E seppur spesso descritta in modo meschino, con l’aspetto buffo di una strega decrepita ma buona, è solo grazie al suo sacrificio che si materializza la rinascita.

L’ennesimo affronto si compie quando recitiamo il famoso detto su tutte le feste che l’epifania si porta via. Ci lascia un velo di malinconia e tristezza addosso, mette fine alla magia del Natale, offusca una felicità temporanea alla quale non avevamo fatto fatica ad abituarci.

E se quest’anno quel detto lo cambiassimo con un’Epifania, che si porti via la pandemia?

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