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Turismo in Italia nel 2020: gli scenari post covid-19
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CULTURA & LIFESTYLE

Turismo in Italia nel 2020: gli scenari post covid-19

Turismo in Italia nel 2020

Viaggiare è indispensabile come l’aria. Ma nell’anno più funesto per il turismo dopo il 2001, in molti hanno già rinunciato alle proprie vacanze, molte prenotazioni andranno perse ed altri ancora smetteranno, almeno nel breve periodo, di sognare mete esotiche. Questo è ormai quasi del tutto certo. Gli scenari previsti per il turismo in Italia nel 2020 non sono rassicuranti e sarà necessario riprogrammare in maniera radicale abitudini ormai consolidate.

L’avvento del turismo di massa

Se in passato gli aerei viaggiavano mezzi vuoti e i prezzi dei biglietti non erano alla portata di tutti, con l’avvento delle compagnie low cost abbiamo assistito alla controtendenza degli aerei sempre pieni e delle tariffe al ribasso.

Un numero sempre più vasto di passeggeri inizia a muoversi, seppure solo nel weekend. Ciò dimezza le distanze culturali, ma soprattutto, molte località ne traggono enormi benefici. In passato si viaggiava all’estero per visitare Londra, Parigi, Madrid o Berlino, ora per visitare Budapest, Riga, Cracovia, Sofia.

La novità, mai come nel XXI secolo, comincia ad essere a portata di mano. Prima si aspettava la luna di miele per raggiungere la Thailandia o l’Indonesia, oggi si rischia di pagare un biglietto Roma-Bangkok meno della tratta Roma-Mosca.

Molti nuovi attori hanno fatto ingresso nel mercato, rafforzando la loro presenza giorno dopo giorno. Le OTA hanno regalato al mondo la possibilità di poter organizzare in autonomia i propri viaggi in un solo click. I travel influencers ci fanno sognare – attraverso i loro scatti – la vacanza perfetta.

E tutto questo ci è piaciuto (e ci piace) davvero tanto.

La standardizzazione del viaggio, però, ha fatto sì che ci riversassimo tutti negli stessi luoghi, alla ricerca delle stesse identiche esperienze in maniera piuttosto frenetica e incontrollata. Dimenticandoci, talvolta, del senso stesso del viaggio.

Dal turismo di massa al turismo di prossimità

Mentre eravamo impegnati a sfrecciare da una parte all’altra, abbiamo subito un’involontaria battuta d’arresto, senza nemmeno avere il tempo di razionalizzare, e adesso si pensa già a come sarà il post coronavirus. O meglio, a come sarà la convivenza con questo virus. A come, e soprattutto a quando, potremo tornare a viaggiare.

Sarebbe impensabile, anche se riaprissero le frontiere nel breve termine, viaggiare su un aereo pieno. E proprio in virtù di ciò, i prezzi presumibilmente non potranno tornare ad essere quelli di qualche mese fa. Quindi, un po’ perché saremo costretti, un po’ perché in fondo le bellezze dell’Italia se lo meritano, le nostre vacanze dovremo programmarle entro i confini nazionali. O addirittura, entro i confini regionali.

Ma rinunceremo anche ad affollare le spiagge del Salento, della Romagna e della Sardegna? Al giro sul lungomare di Napoli, alla passeggiata al chiaro di luna a Piazza Navona?

Il futuro del turismo

Come il turismo di prossimità di oggi potrà giovare al turismo italiano di domani?

L’Italia è tanto bella quanto varia, ma come riuscire a farci amare da qualcun altro se non impariamo prima ad amarci?

Indirizzare i flussi anche al di là di Roma, Firenze, Venezia vorrebbe dire spostare il focus su un turismo più sostenibile, in grado di creare valore aggiunto per le comunità locali.

Dovremmo far tesoro di questo periodo funesto per essere noi stessi i primi turisti di quell’Italia bellissima ma semi sconosciuta, cominciando ad apprezzarla oggi per poterla rivendere meglio domani.

Il prodotto Italia dovrà necessariamente includere, oltre alle solite località, tutti quei luoghi meno noti, che non solo arricchiranno l’esperienza del turista straniero che tornerà, ma creeranno valore aggiunto per tutti gli attori della filiera. Bisognerà cooperare affinché ciascuna località non resti un mondo a sé, ma diventi parte di un sistema integrato, dove ciascuno possa fare la sua parte.

Ognuno, con il proprio piccolo contributo, può fare la differenza.

Seppure gli scenari attuali del turismo in Italia nel 2020 non sembrino troppo incoraggianti, facciamo che questo diventi un nuovo punto di partenza. L’anno zero del turismo può farci tornare in vetta alla classifica dei Paesi più visitati, ma più forti e compatti di prima.

(1) Comment

  1. Giovanni says:

    Molto carino! Complimenti.
    Un abbraccio.

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