Ci sono almeno tre ragioni per cui dovreste visitare Galatina, nel cuore del Salento. Le sue tradizioni culturali, dolciarie e i capolavori che preserva. Ecco cosa vedere e cosa fare a Galatinatra tra arte, pizzica e pasticciotto (quello vero).
Cosa fare a Galatina: ballare la pizzica
La nascita dei fenomeni di tarantismo è strettamente legata alla città di Galatina. Varie leggende narrano che le donne pizzicate dalla taranta – il velenoso ragno – entravano in uno stato di trance e riuscivano a liberarsi dal veleno solo ballando la pizzica. San Paolo conferì ad un galatinese il potere di guarire dal morso della taranta. Tutti i posseduti allora si recavano dinanzi all’imponente parrocchia barocca di San Pietro e Paolo, per ballare e ottenere, così, la grazia.
La notte della taranta
Le tappe del festival itinerante che attrae sempre più turisti ogni estate, si svolgono a Galatina e nei comuni della Grecìa Salentina. Durante la serata galatinese, la taranta non perde la sua anima popolare. Resta per veri intenditori, per gente che quella musica ce l’ha nel sangue e si lascia guidare ad occhi chiusi e cuore aperto dal ritmo dei tamburelli e dal battito dei piedi sulla terra.
Cosa fare a Galatina: mangiare il vero pasticciotto
Dal 2020 Galatina è stata ufficialmente riconosciuta come “Città del pasticciotto”.
Non tutti sanno che il famoso dolce salentino nacque proprio a Galatina. Dal lontano 1745, il laboratorio Ascalone lo produce e ne tramanda la ricetta di generazione in generazione. Tra le cose da fare a Galatina, assaggiare il vero pasticciotto è in cima ad ogni lista.
La storia di Ascalone
Il proprietario della pasticceria cercava di risollevarsi dalle difficoltà economiche in cui riversava la sua attività, ed un giorno, con la pasta e la crema avanzate dalla preparazione di una torta, creò quello che lui stesso definì un piccolo “pasticcio”. Appena sfornato, lo donò ad un passante che ne rimase estasiato, e ne volle molti altri. Da quel momento in poi, Ascalone iniziò a sfornarne in quantità, e crebbero le richieste dalle città vicine. Ancora oggi, quando si acquista il dolce nella celebre bottega pasticciera, i proprietari sono soliti fornire varie raccomandazioni per assicurarsi che il consumo del pasticciotto avvenga in maniera tale da non danneggiarne l’originaria consistenza. Infatti, si consiglia accuratezza durante il trasporto e di tirar fuori il vassoio incartato dalla busta di plastica se i dolci sono stati appena sfornati.
Il pasticciotto di Ascalone oggi
Fino a qualche tempo fa, i titolari della pasticceria proibivano perfino il trasporto dei pasticciotti per lunghi tragitti, temendone un danneggiamento. Oggi sembra che gli Ascalone siano leggermente più elastici nei confronti dei turisti che vogliano portarsi un dolce pezzo di Salento a casa propria.
I pasticciotti di Ascalone sono a tiratura limitata, non ne vengono sfornati mai più di 100 al giorno, affinché non diventino un prodotto di massa. Di pasticcierie salentine abili nella produzione del dolce ce ne sono molte, ma chiunque abbia avuto la fortuna di assaggiare quello della storica bottega, conferma che il suo sapore sia davvero speciale.
Pare che durante un viaggio nella provincia di Lecce, anche papa Giovanni Paolo II rimase folgorato dalla bontà del pasticciotto “dellu ‘Scalone”.
I segreti del pasticciotto
Ma quali sono i segreti legati alla sua produzione? Friabile pasta frolla cotta al forno, ripiena di crema pasticcera nella sua versione classica, di confetture, o persino di cioccolato nella versione per i più golosi. Da consumare rigorosamente caldo, preferibilmente a colazione, o in qualsivoglia momento della giornata. Gli ingredienti utilizzati sono di provenienza locale: uova, farina, latte e strutto: i salentini ci tengono molto a precisare che il pasticciotto lavorato con burro o con margarina non sarà mai come quello in cui viene utilizzato lo strutto. Inoltre, la cottura deve essere piuttosto rapida: una decina di minuti a circa 220°, nel forno già preriscaldato. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pasticciotto leccese nell’elenco dei prodotti tipici nazionali. Esso rispetta infatti i princìpi dominanti nella cucina salentina: ingredienti genuini che esprimano legami con il territorio.
Cosa fare a Galatina: visitare le chiese
Il centro storico di Galatina è ricco di chiese barocche, palazzi e monumenti che lasciano senza fiato.
Basilica di Santa Caterina
Tra i vicoli bianco latte e le chiese in essi incastonate alla perfezione, ce n’è una che spicca per diversità, particolarità e bellezza. Esempio lampante di arte gotico-romanica in Puglia, c’è chi asserisce che per cicli pittorici, in Italia, la Chiesa di Santa Caterina sia seconda solo alla basilica di San Francesco d’Assisi. Al suo interno presenta, infatti, affreschi della scuola giottesca ben conservati.
La leggenda narra che Raimondello Orsini del Balzo, di ritorno da una crociata, baciando la mano a Santa Caterina per renderle omaggio, le staccò un dito. La reliquia è conservata nella Chiesa.
Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo
È la Chiesa simbolo di Galatina, situata nella piazza principale. La facciata barocca costituisce uno degli esempi più caratteristici dell’intero territorio salentino. Un terremoto nel 1743 la danneggiò profondamente, ma venne subito ricostruita. Ogni anno a fine giugno, nel giorno dedicato a San Pietro e Paolo, davanti alla chiesa madre si celebrano le rievocazioni delle leggende legate al tarantismo.
Pozzo di San Paolo
Nel palazzo del ristorante Anima e Cuore, al piano terra, è nascosto il pozzo miracoloso di San Paolo. La leggenda narra che le tarantate, le donne morse dal ragno velenoso, prima di ballare davanti alla chiesa madre si fermassero a bere l’acqua purificatrice per iniziare il processo di guarigione.
Oltre ad essere una mini città d’arte intrisa di miti e leggende, la posizione centrale la rende una destinazione perfetta per girare il Salento: sia che se ne vogliano visitare i maggiori centri culturali o le suggestive spiagge dall’acqua caraibica, pernottando a Galatina ogni punto d’interesse è raggiungibile con estrema facilità.
Se vi è piaciuto questo articolo, vi consiglio di dare un’occhiata al mio itinerario per visitare il Salento on the road e alla miniguida sulle spiagge del Salento meno affollate. Se, invece, siete indecisi su dove dormire a Galatina, potreste essere interessati a Palazzo Mongiò o a Casale Li Pappi.